Otto giovani su dieci chiedono con urgenza il riconoscimento sociale e istituzionale del loro ruolo, con tutele che permettano di avere una vita normale, al pari dei propri coetanei.
Sono alcuni dati emersi da un’indagine realizzata su un campione di 115 giovani careviger tra i 18 e i 30 anni, nell’ambito del progetto «Impressions of Humanity».
Il progetto
Il progetto «Impressions of Humanity», ideato e promosso da Fondazione MSD – in occasione dei suoi vent’anni di attività – per accendere i riflettori sul vissuto di giovani caregiver «invisibili» pur svolgendo un ruolo fondamentale per il welfare, è stato realizzato in collaborazione con Eikon Strategic Consulting Italia Società Benefit, Fondazione Pastificio Cerere, RUFA-Rome University of Fine Arts e le Associazioni di pazienti APMARR- Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, Cittadinanzattiva, FAVO- Federazione delle Associazioni Italiane di Volontariato in Oncologia, Salute Donna odv e Salute Uomo, UNIAMO- Federazione Italiana Malattie Rare e Young Care Italia.
Con Impressions of Humanity arte e creatività di giovani artisti danno vita a emozioni di giovani caregiver, con l’aiuto delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale.
Dice Marina Panfilo, direttrice di Fondazione MSD: «Celebriamo il ventennale con un progetto innovativo; l’innovazione è da sempre la nostra stella polare e promuoverla nella Health Literacy significa diffondere cultura, in particolare tra i giovani, per preservare uno dei beni più preziosi: la salute. Ci impegniamo a farlo ripensando e reinventando costantemente metodologie, linguaggi e approcci comunicativi, per rendere le informazioni sulla salute sempre più accessibili, pertinenti ed efficaci».
L’indagine
L’indagine sui giovani caregiver, realizzata da Eikon Strategic Consulting Società Benefit con il coinvolgimento delle Associazioni di pazienti partner del progetto, si è svolta in 17 Regioni su un campione di 115 giovani tra i 18 e i 30 anni che si prendono cura di persone care con malattia o disabilità.
Ebbene, in un Paese sempre più longevo, i giovani caregiver assistono principalmente nonni (42% delle risposte) e genitori (30%). Un ruolo, quello di caregiver, considerato molto impegnativo dal 66% degli intervistati, se si considera che il 72% degli intervistati dedica ogni giorno da un’ora a cinque ore all’assistenza e uno su tre è impegnato da oltre 3 anni a prendersi cura di una persona cara, quindi non sporadicamente.
Spiega la curatrice dell’indagine, Cristina Cenci, antropologa e senior partner di Eikon: «I giovani caregiver si sentono socialmente invisibili, ma sono un pilastro silenzioso dell’assistenza in un’Italia che invecchia sempre più. Chiedono soprattutto di essere ascoltati e un riconoscimento del loro ruolo, che è anche una domanda di dignità sociale. Ritengono inadeguato, poi, il supporto sanitario (solo il 36% afferma che è adeguato); vorrebbero principalmente supporto emotivo (lo chiede il 45% dei giovani lavoratori eil 52% degli studenti), supporto economico (chiesto dal 33% del campione) e di personale specializzato (30%) e informazioni chiare sulla salute del familiare assistito».