La previsione: entro il 2030 utilizzando il cervello umano come interfaccia, i dispositivi elettronici dialogheranno con i nostri pensieri, dando vita ad una nuova forma di interazione. In dieci anni anche gusto e olfatto interagiranno con la tecnologia. Un rapporto di Ericsson ci spiega come.
In uno studio pubblicato su Nature, ricercatori di Google Health e di università inglesi e americane hanno evidenziato una maggiore accuratezza nella valutazione delle mammografie. L’applicazione dell’AI alla diagnostica è di grandissima utilità. Adesso però bisogna valutare i risultati anche da un punto di vista clinico.
Un’innovativa applicazione, attraverso uno smartphone, consente di catturare immagini da un microscopio da laboratorio e di analizzarle utilizzando un algoritmo di deep learning per identificare, contare e classificare le cellule della tubercolosi
La tecnologia di riconoscimento delle emozioni dovrebbe essere vietata, afferma un istituto di ricerca AI. Ci sono poche basi scientifiche per la tecnologia di riconoscimento delle emozioni, quindi dovrebbe essere vietato l’uso nelle decisioni che influenzano la vita delle persone, afferma l’Istituto di ricerca AI Now nel suo rapporto annuale. Vediamone i dettagli.
Dottor Google, spesso citato con sospetto dai medici, può essere un alleato prezioso per chi voglia fare informazione in ambito sanitario. Cosa cercano i pazienti? Ecco come le realtà sanitarie possono intercettare queste ricerche per offrire informazioni corrette e far conoscere i servizi che offrono.
Il Workshop 2020 della Pontificia Accademia per la Vita sul tema dell’Intelligenza Artificiale, si svolgerà in Vaticano (Aula Nuova del Sinodo) nei giorni 26-27-28 febbraio 2020. Il Workshop è aperto al pubblico previa iscrizione. Numerosi gli interventi in programma da parte di esperti internazionali.
Osservare le malattie e generare fenotipi digitali attraverso le interazioni che le persone hanno con i loro smarthphone e profili social. Potrebbero essere questi alcuni risultati della rivoluzione digitale in psichiatria. Non mancano però interrogativi etici che questi approcci pongono.
L’intelligenza artificiale in sanità può contribuire ad accelerare la ricerca, migliorare la diagnosi di malattie e rendere più efficienti i processi di assistenza e cura, ma non può sostituirsi al medico. A guidarla serve un’etica dell’algoritmo sviluppata dall’uomo. Lo affermano gli esperti del settore riuniti a Roma.
Il racconto di Emanuele Urbani, medico di medicina generale appassionato di innovazione e tecnologia, che ha partecipato il mese scorso all’edizione 2019 di Frontiers Health a Berlino, il principale evento mondiale sulla Digital Health.
Dimostrata l’efficacia e individuati gli strumenti terapeutici della CBT (Cognitive Behavioral Therapy) somministrata via Internet in uno studio di grande interesse condotto da ricercatori di Cambridge e pubblicato recentemente da Jama Psichiatry.