Più voci, più rappresentative, più scientifiche, per fotografare tutta l’esperienza di vita e convivenza con la malattia dei pazienti, sia quelli informati e formati, sia dei meno esperti, perché saranno proprio loro a essere punto chiave della ricerca d’eccellenza. Il coinvolgimento dei pazienti nella ricerca non dovrebbe essere solo un esercizio scientifico, ma una pratica integrata che riflette la diversità delle loro esperienze, contribuendo così a un progresso significativo nella scienza e nella salute.
Monitorare la qualità di vita nel percorso oncologico. È l’obiettivo di un progetto multicentrico di telemonitoraggio per misurare l’impatto bio-psico-sociale delle terapie e raggiungere l’obiettivo sancito dal Piano nazionale della cronicità del 2016 di integrare il piano assistenziale con il progetto esistenziale: per la prima volta, l’ascolto e l’analisi dell’impatto delle terapie orali integra i Proms (Patient-Reported Outcomes Measures) con le metodologie della medicina narrativa.
Si chiama Pemoral – Percorso di Person Based Care (PbC) nella cura del tumore alla mammella in trattamento con terapie orali, e coinvolge 4 centri in zone diverse del territorio italiano: Fondazione Policlinico universitario Gemelli di Roma; Ospedale Sacro Cuore Don Calabria Irccs di Negrar di Valpolicella (Verona); Presidio ospedaliero Annunziata dell’azienda ospedaliera di Cosenza; Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova. Il progetto – si legge in una nota – è realizzato con il contributo non condizionante di Novartis Farma Spa e il patrocinio di Simen-Società italiana di medicina narrativa. Pemoral – riferisce la nota – è un percorso di medicina narrativa digitale, sviluppato dalla Pmi Innovativa Dnm Società Benefit Srl sulla piattaforma DnmLab, già utilizzata in vari studi condotti dal 2017 all’Ifo di Roma, con pazienti in trattamento radio e chemioterapico (Ameno e Amenart) e pazienti affetti da sarcoma (Amenas).
Narrazioni digitali: pratiche e sfide. Su questo tema si snoderà la sesta lezione del corso “Parole che curano”, lunedì 4 dicembre al Campus est di Lugano (inizio alle 18, con ingresso libero). Il corso è promosso dalla Facoltà di scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana (USI) con la Divisione Cultura della Città di Lugano e con IBSA Foundation per la ricerca scientifica, e con la collaborazione artistica del LAC (Lugano Arte e Cultura).
Relatrice della serata sarà Cristina Cenci, antropologa, senior partner dell’Istituto di ricerca Eikon e fondatrice della Digital Narrative Medicine (DNM), una piattaforma digitale per l’applicazione di metodologie narrative nei percorsi assistenziali. «Questo strumento – spiega Cenci – vuole rispondere a un’ingiustizia epistemica (come si dice in termine tecnico, cioè legata alla sfera della conoscenza, ndr), ovvero al fatto che quando entrano in un percorso di cura le persone non sono messe nella condizioni di valorizzare il proprio patrimonio di conoscenze e i propri bisogni. Se non vengono applicati “modelli narrativi” della cura, le parole del malato rischiano di essere considerate di minor valore rispetto a quelle del curante».
Le tecnologie migliorano il percorso di cura e sono in grado di generare un impatto positivo sulla salute del paziente. A questo risultato l’umanità è giunta grazie al lavoro della ricerca. Ora spetta alle società e ai sistemi sanitari di integrare al meglio gli strumenti più innovativi. Alla conferenza internazionale Frontiers Health 2023, promossa a Roma da Healthware group (dall’8 al 10 novembre), più di 200 relatori provenienti o in collegamento da ogni parte del mondo hanno raccontato la propria esperienza nel settore. Per alcune aree del mondo, come il Nord America, l’introduzione della telemedicina e delle terapie digitali sono già codificate e regolamentate, per altre, il processo comincia ora. Nel panorama globale, l’Italia fa la sua parte, così come è stato illustrato durante l’Italian Summit, uno dei numerosi side events, organizzati in collaborazione con alcuni partner della conferenza.
Grande successo di partecipazione e stimolante confronto tra esperti nazionali e internazionali di innovazione e salute digitale per la conferenza globale Frontiers Health
- Più di 1300 esperti in rappresentanza dell’ecosistema innovazione salute si sono incontrati dall’8 al 10 novembre a Roma, presso l’Auditorium della Tecnica, e online per discutere i temi cruciali per il futuro della salute
- Il valore di aver ospitato, nel contesto dell’evento globale, l’Italian Summit con la partecipazione del Ministro della Salute e altri rappresentanti del mondo istituzionale, accademico, industriale, assicurativo, associativo e imprenditoriale
- L’annuncio in anteprima dell’accordo quadro tra FIMMG e la startup Paginemediche per la digitalizzazione del rapporto medico-paziente
Le frontiere in sanità possono diventare i luoghi dove gli sforzi di oggi, in ricerca e tecnologia, raggiungono nuovi successi domani per la vita dei pazienti. A ricordarlo in apertura dell’evento internazionale Frontiers health, in programma a Roma fino al 10 novembre, è il ceo e fondatore di Healthware group, Roberto Ascione.
“Nella lingua inglese – afferma Ascione – la parola frontier può essere intesa sia come il confine fra due Paesi sia come il confine tra ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. Con questa consapevolezza dobbiamo continuare a lavorare nel settore per dare risposte alle domande”. Un esempio di ciò che la ricerca può offrire ai pazienti e alle loro famiglie lo offre Silvia Cerolini, mamma di Vicky, che parla della organizzazione che ha fondato, “Eyes on the future”, per dare un futuro a chi è affetto da malattie rare come la RDH12 che ha colpito alla retina sua figlia e che la sta rendendo lentamente non vedente. Grazie all’alleanza globale, creata negli ultimi sei anni, l’organizzazione ha dato avvio a diverse linee di ricerca per lo sviluppo di nuove terapie.
Apre a Roma mercoledì 8 novembre l’ottava edizione della conferenza globale Frontiers Health 2023, uno tra i più importanti appuntamenti internazionali sul tema dell’innovazione nell’ambito della salute.
Per tre giorni, all’Auditorium della Tecnica di Roma si alterneranno conferenze, incontri e tavoli di lavoro, che porteranno i principali stakeholder della sanità italiana e globale a confrontarsi sui temi più caldi del post pandemia. Tra gli argomenti che verranno affrontati in questa edizione vi sono: cure digitali, innovazione nella ricerca biomedica, impatto dell’intelligenza artificiale sul settore salute, nuovi spazi di cura, innovazione digitale nelle aziende farmaceutiche, interazioni tra realtà aumentata e robotica, equità sociale, innovazione nell’assistenza domiciliare. Cristina Cenci, antropologa e fondatrice del Center for Digital Health Humanities e di Digital Narrative Medicine, sarà Ambassador di #FH23 e modererà il panel dedicato alla OneHealth (Embracing OneHealth, 8 novembre ore 2:30PM)
Esiste una costante che lega tutte le edizioni di Frontiers Health che si sono susseguite dal 2017 fino a quella dello scorso anno: la grande attenzione che è stata sempre dedicata alle digital therapeutics.
Infatti, l’edizione della conferenza globale che si è tenuta nel 2017 ha ospitato la premiere europea della Digital Therapeutics Alliance. Da allora, il capitolo delle terapie digitali è stato uno dei temi portanti dell’evento.
Proprio grazie all’impegno che è stato offerto nella divulgazione e nell’aggiornamento delle informazioni relative all’evoluzione delle terapie digitali in questi ultimi anni, Frontiers Health è diventata un punto di riferimento in questo specifico ambito. Non deve, quindi, sorprendere che il prossimo 10 novembre la Conferenza Globale, che si terrà a Roma, ospiterà il primo Digital Medicine & DTx Global Policy Summit, organizzato da Healthware Group e Digital Therapeutics Alliance, in collaborazione con APACMed.
Indagine, quasi 9 studenti su 10 non conoscono interdipendenza uomo-animali-piante-ambiente
Al via ‘One Health Project – Scuole in Azione’ una nuova avventura ludico-formativa che coinvolgerà tutti gli istituti secondari di secondo grado d’Italia: un invito diretto a studenti e studentesse, docenti e istituzioni scolastiche a contribuire alla diffusione della cultura One Health. Il progetto – presentato oggi a Roma nel corso della terza edizione del ReWriters fest, il primo festival italiano interamente dedicato alla sostenibilità sociale – parte dai risultati dell’indagine ‘Scuola e One Health’ su un campione di 600 giovani tra i 16-18 anni.
Perché ne stiamo parlando
Malattie come il diabete, l’obesità, l’ansia e la depressione possono essere oggi curate con terapie digitali. Ma in Italia, a differenze di Germania, Francia e Uk, manca una normativa di riferimento. Le Dtx consentirebbero una riduzione complessiva dei costi sanitari e sociali e offrirebbero un’opportunità per il sistema produttivo dell’Italia.
Qual è il potenziale innovativo delle terapie digitali? Sono davvero così importanti per lo sviluppo della Sanità Digitale e per il miglioramento della salute pubblica? E come possono entrare di diritto nel Sistema Sanitario Nazionale? Per rispondere a queste domande, venerdì scorso Indicon ha organizzato nell’ambito della Milano Digital Week l’evento “Progettare le Digital Therapeutics”, una tavola rotonda e un momento di riflessione sullo stato dell’arte in Italia di questa enorme rivoluzione che chiede, soprattutto alla politica, di essere riconosciuta e regolata a norma di legge.